E’ dal momento che abbiamo messo piede a Stoccolma che attendiamo questa notte.
Ci lasciamo alle spalle monumenti e musei.
Questa è la vera fine del millennio.
Per non sfigurare al cospetto di una città che da giorni si veste di bianco, ci curiamo più del solito, prima di uscire.
Manca poco a mezzanotte. Una folla enorme si è radunata in strada per festeggiare, sotto un bombardamento di fuochi d’artificio. I ben informati ci assicurano che in questa notte sarà battuto il record mondiale di fuochi d’artificio.
Ignoti i criteri di valutazione…
Flute e champagne compaiono all’improvviso.
Buon millennio!
Dopo un’ora di festeggiamenti ci spostiamo allo Stor Stad: minimale, luci soffuse, molto elegante – svedese -. Sorseggiamo un paio di drink al ritmo di housemusic e chiediamo informazioni sui locali più cool della zona.
Il Tiger può essere una buona idea. Una fila scoraggiante attende all’esterno. Ma siamo italiani, e in poco raggiungiamo l’ingresso…..
– Biglietti please – Come? Biglietti? Ma…
Dovevamo comprarli in prevendita e comunque sono esauriti da una settimana! Proviamo ad intortarci l’addetto della security ma con nordica fermezza ci toglie ogni speranza.
Il Chiaro è a pochi metri. Ancora fila. Dall’interno si intuisce sound anni ‘70 – forse Michael Jackson (…)
– Biglietti – Ancora! Ci riproviamo. Niente.
Ma quanto siete rigidi!
Camminiamo un po’ sotto la neve che da qualche ora ha rallentato la sua caduta. Ci imbattiamo in un piccolo discopub, musica altissima e….
– Vietato l’ingresso ai minori di 25 anni –
… ma se quella ne ha sì-e-no 20…boh…non servono biglietti…ma la prenotazione…ah ecco, mi sembrava… suvvia siamo in tre, cosa ti cambierà….
Di ghiaccio!
Ci salva l’O-Baren. Trovarlo è un’impresa.
Nessuna insegna (!). Entri in un ristorante stracolmo di 50enni e ti chiedi dove è l’errore. Poi sali al secondo piano e finalmente ti senti a casa.
Un piccolo anfiteatro con tavolini sulle gradinate e il bar in basso al centro. HipHop alto e discontinuo. Ci sediamo accompagnati da generosi boccali di birra. Qualcuno accenna a ballare, proviamo a seguirli ma l’anima del locale non è così dance come vorrebbe apparire: popolazione eterogenea, tendenzialmente elegante ma aperta a chiunque.
Non ancora sazi, sulla via del ritorno ci facciamo tentare dal Kicki’s. A quest’ora non c’è fila ma…non siamo in lista! Mavaffan…
Saliamo in albergo soddisfatti per la serata ma per tutta la notte una voce ripeteva:
‘ Turistifaidate?…’
[Originariamente pubblicato su ALTO n°7 – 2001]
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